Le origini degli insediamenti di Rocchette e Rocchettine risalgono a epoche precedenti alla nascita di Cristo, poiché alcuni storici attribuiscono loro la citazione di Virgilio nell’Eneide, riguardante i due "Foruli" nei pressi di Casperia e del fiume Imella. Con l'espansione di Roma, la Sabina divenne un crocevia commerciale tra i popoli della penisola italica, oltre a rivestire un ruolo significativo in eventi storici come il celebre "Ratto delle Sabine". Durante lo stesso periodo, secondo il "manoscritto di Cerchiara" — un documento ormai perduto ma trascritto, sebbene con possibili falsificazioni — l'apostolo San Pietro celebrò l'Eucarestia nella casa degli Ursaci di Forum Novum (oggi conosciuta come Vescovio). In memoria di questi eventi, l'imperatore Teodosio fece erigere una chiesa dedicata al Santissimo Salvatore, nome comune a molte chiese della zona, inclusa quella di Rocchette, che successivamente assunse il nome di Vescovado in seguito alla costruzione della cattedrale.
Con la caduta dell'Impero Romano e durante il buio periodo delle invasioni barbariche, si smarrirono tutte le testimonianze dirette della loro storia. In quei secoli, il territorio sabino fu scenario di scontri e saccheggi, e si può ipotizzare che Rocchette e Rocchettine, grazie alla loro conformazione di scogli impervi e difficilmente accessibili, venissero utilizzate più come rifugi che come abitazioni.
Rocchette e Rocchettine, concepite come fortificazioni protette da mura e portoni, sorsero nel XII secolo. Oggi, il castello di Rocchettine è rimasto sostanzialmente intatto, mentre di Rocchette sono visibili solo alcune parti dei suoi basamenti sul lato sud e gli ingressi degli anelli di fortificazione. Non è ancora chiaro come e quando sia avvenuto il crollo del castello di Rocchette, ma è probabile che ciò sia avvenuto durante le guerre e le rappresaglie tra i Savelli, famiglia dominante dal XIV al XVI secolo, e il re d'Ungheria, che governava anche Terni.
All'inizio del nuovo millennio, le due rocche, insieme alle rispettive case e chiese, pascoli e corsi d'acqua, appartennero alla cattedrale sabinese e al suo Vescovo. Tuttavia, questa appartenenza fu solo temporanea, poiché la Sabina fu continuamente contesa tra il papato e l'impero. Successivamente, divenne proprietà della famiglia dei conti Onesti di Ravenna, giunti al seguito dell'imperatore Federico Barbarossa. Secondo lo storico Piazza, la rocca grande (Rocchette) avrebbe assunto il nome di Rocca Bertalda in onore di una certa donna Berta degli Onesti.
In questo periodo, le fortificazioni dei castelli furono consolidate e ampliate, incrementando il potere difensivo dei due insediamenti, essenziale per fronteggiare le continue incursioni di quel tempo. Mentre Rocchettine presenta la tipica forma di un castello con quattro mura e quattro torri agli angoli, Rocchette era caratterizzata dalla cosiddetta "fortificazione ad anelli". Il primo anello, costituito dalle case dell'attuale Piazza Maggiore, è oggi accessibile tramite il portale principale della Porta Maggiore, datata 1607, che sostituì un portone di dimensioni inferiori dotato di un ponte levatoio.
Del secondo anello di fortificazione, situato all'altezza della Sala Comunale, rimane la porta d'accesso, un arco che presenta un foro per il posizionamento della traversa posteriore di un portale andato perduto. È ancora visibile la presenza di feritoie utili ai difensori, così come la struttura degli edifici, che permetteva un elevato grado di resistenza. Proseguendo lungo Via Palazzo, si giunge a un punto noto come "finestrone", da cui si può ammirare la vista su Rocchettine e percepirne distanza e posizione. Questo punto è quasi certamente stato costruito per rafforzare la difesa del secondo anello, costituendo una splendida zona di vedetta.
Il terzo anello di fortificazione, situato subito dopo la posterla — l'uscita nascosta per situazioni di emergenza — è parzialmente realizzato nella roccia viva. All'imbocco del tunnel si trovava un'ulteriore porta che bloccava l'accesso al più alto anello di fortificazione. Le scale che conducono alla Chiesa parrocchiale non esistevano; al loro posto vi era un alto muro, ideale per difendere la porta, che consentiva il lancio di frecce, sassi e altri proiettili sugli assedianti.
I libri "Rocchette- una piccola Svizzera alle porte di Roma" (R. Ciofi) e "Rocchette e il suo territorio" (R. Stentella, E. Jannini) presentano ricchi approfondimenti sulla storia, le tradizioni, l'arte culinaria e tanto altro del nostro piccolo borgo.
[ENG]
The origins of the settlements of Rocchette and Rocchettine date back to times before the birth of Christ, as some historians attribute to them the citation of Virgil in the Aeneid, regarding the two "Foruli" near Casperia and the Imella river. With the expansion of Rome, Sabina became a commercial crossroads between the peoples of the Italian peninsula, as well as playing a significant role in historical events such as the famous "Rape of the Sabine Women". During the same period, according to the "Cerchiara manuscript" - a document now lost but transcribed, although with possible falsifications - the apostle Saint Peter celebrated the Eucharist in the house of the Ursaci of Forum Novum (now known as Vescovio). In memory of these events, the emperor Theodosius built a church dedicated to the Santissimo Salvatore, a name common to many churches in the area, including that of Rocchette, which later took the name of Vescovado following the construction of the cathedral.
With the fall of the Roman Empire and during the dark period of the barbarian invasions, all direct evidence of their history was lost. In those centuries, the Sabine territory was the scene of clashes and looting, and it can be assumed that Rocchette and Rocchettine, thanks to their shape of rugged and difficult to access rocks, were used more as refuges than as homes.
Rocchette and Rocchettine, conceived as fortifications protected by walls and gates, arose in the 12th century. Today, the castle of Rocchettine has remained substantially intact, while of Rocchette only some parts of its foundations on the south side and the entrances to the fortification rings are visible. It is still unclear how and when the castle of Rocchette collapsed, but it is likely that it occurred during the wars and reprisals between the Savelli, a dominant family from the 14th to the 16th century, and the king of Hungary, who also governed Terni.
At the beginning of the new millennium, the two fortresses, together with their respective houses and churches, pastures and waterways, belonged to the Sabine cathedral and its Bishop. However, this belonging was only temporary, as Sabina was continuously disputed between the papacy and the empire. Later, it became the property of the family of the Onesti counts of Ravenna, who arrived in the entourage of the emperor Frederick Barbarossa. According to the historian Piazza, the large fortress (Rocchette) took the name of Rocca Bertalda in honor of a certain woman Berta degli Onesti.
During this period, the fortifications of the castles were consolidated and expanded, increasing the defensive power of the two settlements, essential to face the continuous incursions of that time. While Rocchettine presents the typical shape of a castle with four walls and four towers at the corners, Rocchette was characterized by the so-called "ring fortification". The first ring, made up of the houses of the current Piazza Maggiore, is now accessible through the main portal of Porta Maggiore, dated 1607, which replaced a smaller gate equipped with a drawbridge.
Of the second ring of fortifications, located at the height of the Town Hall, the access gate remains, an arch with a hole for positioning the rear crosspiece of a lost portal. The presence of loopholes useful to the defenders is still visible, as is the structure of the buildings, which allowed a high degree of resistance. Continuing along Via Palazzo, you reach a point known as "finestrone", from which you can admire the view of Rocchettine and perceive its distance and position. This point was almost certainly built to strengthen the defense of the second ring, constituting a splendid lookout area.
The third ring of fortifications, located immediately after the postern — the hidden exit for emergency situations — is partially built in the living rock. At the entrance to the tunnel there was another gate that blocked access to the highest ring of fortifications. The stairs leading to the parish church did not exist; in their place there was a high wall, ideal for defending the door, which allowed the launching of arrows, stones and other projectiles on the besiegers.
The books "Rocchette- una piccola Svizzera alle porte di Roma" (R. Ciofi) and "Rocchette e il suo territorio" (R. Stentella, E. Jannini) present rich insights into the history, traditions, culinary art and much more of our small village.
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